“Ho visto viaggi interrotti,
piedi senza cammino,
occhi rimasti indietro.”
Tema dello spettacolo è l’accoglienza del diverso, dello “straniero”, alla luce del fenomeno migratorio che sta coinvolgendo interi popoli e che ci vede protagonisti come abitanti di una terra di approdo.
Deserto d’Acqua nasce dalla necessità di indagare il tema delle migrazioni dal punto di vista di chi oggi sta da questa parte del mare, la nostra.
I personaggi dello spettacolo, con una divisa addosso aspettano davanti al mare: una frontiera d’acqua sempre deserta.
Eppure capita a volte che qualcuno attraverso l’acqua arrivi. L’Altro, colui che arriverà dal confine imperscrutabile, potrebbe essere chiunque.
Alle parole e dalle azioni dei protagonisti emergono, frammentate, le storie di chi è già arrivato e quelle di chi non arriverà mai.
“Deserto d’Acqua” vuole parlare di storie reali senza essere cronaca, con la convinzione che il tema dell’accoglienza del diverso non riguarda semplicemente un fenomeno transitorio, ma interroga qualcosa di più profondo che coinvolge la stessa natura umana.
Quella che viene raccontata è una storia ispirata al romanzo di Buzzati “Il deserto dei Tartari”, dove l’attesa del nemico in un luogo di frontiera diventa specchio di un’intera esistenza.
Parallelamente sono presenti nel tessuto narrativo storie reali, testimonianze di chi ha affrontato il viaggio dalla Libia a Lampedusa e di chi, a Lampedusa, si è trovato ad accogliere gli sbarchi provenienti dal mare.
☸ Libertà di circolazione delle Persone, delle Idee, delle Culture e dei Diritti.
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